I funghi possono essere cercati in tutti i periodi dell’anno, ma i mesi autunnali risultano i migliori, essendo il clima più adatto per la loro raccolta e le qualità più prelibate. Possono essere trovati in un bosco, in un pascolo, un campo coltivato o, addirittura, nel prato vicino casa. Che abbiano un costo elevato, come ad esempio i porcini o gli ovuli, o abbiano un prezzo più a buon mercato, come il gallinaccio, hanno tutti un valore nutrizionale simile, in quanto contengono sostanze utili per l’organismo, tanto da essere definiti in passato “la carne dei poveri”.
Costituiti per l’80-90 per cento da acqua, sono ricchi di fibra e possiedono una buona percentuale di sali minerali (come potassio, fosforo, calcio e ferro) e vitamine ed una scarsa quantità di grassi e calorie che li rende molto apprezzati non solo per il loro gusto caratteristico.
I funghi contribuiscono all’equilibrio del ciclo naturale favorendo la decomposizione di specifici materiali organici che vengono trasformati in humus ed in altri elementi minerali che penetrano nel terreno per venire utilizzati da altri vegetali.
L’apparente bellezza non deve però far abbassare la guardia. L’ingestione di funghi “cattivi” – se non addirittura velenosi quali l’amanita o il boletus – può provocare un’intossicazione precoce (6-48 ore) che si manifesta con crampi addominali, vomito, diarrea e profusa sudorazione e condurre a morte nei casi più gravi.
A volte l’incubazione può essere più lunga e provocare un quadro clinico che rende più difficile l’approccio diagnostico e terapeutico. Un po’ di pazienza, quindi, per una alzataccia e un’attenta passeggiata tra l’umidità dell’erba e delle foglie.
Se la ricerca e l’individuazione dei funghi danno una piacevole sensazione e la loro raccolta una bella soddisfazione, non sottovalutare mai il problema di una loro eventuale velenosità.
Quindi raccogliete solo funghi di cui conoscete con sicurezza la commestibilità e, in caso di dubbio, rivolgetevi a uno degli ispettorati micologici presenti in diverse Asl.