Al Wired Next Fest di Milano, Mila Valsecchi ha fatto il punto su come ripensare la didattica e l’insegnamento per le ragazze e i ragazzi delle nuove generazioni. All’incontro ha anche partecipato Davide Lorenzo Palla, artista, imprenditore e manager culturale che ha presentato Tournée da Bar, un progetto di promozione culturale che da più di dieci anni è in tour per Italia alla conquista di bar, circoli e locali.
Le nuove generazioni sembrano differenziarsi profondamente da quelle che le hanno precedute e, comunque, in modo più netto di quanto avvenuto finora nel passaggio da una generazione all’altra. Nati e cresciuti nell’era digitale e della globalizzazione, gli appartenenti all’iperconnessa Gen Z, ma anche i giovanissimi alpha, hanno sviluppato un diverso modo di rapportarsi e comunicare tra di loro e con il mondo che li circonda. Così come hanno anche un differente modo di conoscere e di apprendere. In questo la scuola, però, non li sta proprio aiutando, sia in termini delle conoscenze che trasmette, sia nel modo in cui queste conoscenze vengono trasmesse e veicolate loro.
Oggi occorrono modalità di insegnamento che non possono più essere quelle adottate trenta, quarant’anni fa, a cui la scuola – bene o male – continua a rifarsi. Ormai i ragazzi trovano la didattica frontale noiosa, ripetitiva e poco coinvolgente. Mentre i contenuti digitali offerti dalla scuola non riescono ad affrancarsi dal ruolo di strumenti accessori ai libri di testo.
Certo, sul web i ragazzi sono in grado di trovare informazioni sensate: molto volte però sono incomplete, per non parlare dei contenuti non affidabili. Il processo di ricerca può quindi richiedere una valutazione critica delle informazioni trovate che non è sempre alla portata dei ragazzi.
Infine, un aspetto che non bisogna trascurare, è che il processo di insegnamento e apprendimento proprio alla didattica tradizionale – che segue lo schema “docente che insegana-alunno che apprende-docente che verifica” – è sovente causa di stati di insoddisfazione, disagio e di ansia per i ragazzi. E quindi di disaffezione nei confronti dello studio.
In cosa può e deve cambiare la scuola del futuro
«Coinvolgimento e immaginazione sono le parole che costituiscono a mio parere il fulcro del corretto apprendimento», ha puntualizzato durante l’incontro Mila Valsecchi, esperta di editoria scolastica con un master in neuroscienze cognitive.
«Sono convinta che l’apprendimento sia un tema fondamentale per la nostra vita. Perché aiutare ragazze e ragazzi ad apprendere nella maniera corretta, nel modo corretto, significa mettere un tassello che funziona nel mondo del futuro. Dobbiamo aiutarli a diventare cittadini consapevoli, capaci di governare i profondi cambiamenti e le sfide che li attendono. Per questo è fondamentale avere le giuste conoscenze e le giuste competenze.»
Da questa visione è derivato un progetto fortemente innovativo, fondato su solide basi scientifiche e validato da recenti studi nell’ambito delle neuroscienze. Un progetto didattico dedicato ai ragazzi, ma che non vuole sostituire la scuola e gli insegnanti, anzi vuole integrare quello che i ragazzi imparano durante le lezioni, e offrire a docenti, formatori e adulti un nuovo modo per approfondire le proprie conoscenze.
Appassionata da sempre di editoria, Mila Valsecchi ha così dato vita insieme a Danco Singer – esperto di comunicazione, editoria e divulgazione scientifico-culturale e direttore del Festival della Comunicazione di Camogli – a Framevision, una startup che si occupa di produzione e distribuzione di contenuti educativi che sanno coniugare cultura e intrattenimento, con uno sguardo attento alle sensibilità in continuo cambiamento. A questo fine è stata realizzata un piattaforma web, streaming e on-demand, accessibile tramite diversi dispositivi, grazie alla quale è possibile accedere a un catalogo di contenuti multimediali (video, interviste, podcast, live) progettati e prodotti ad hoc per rispondere alle esigenze formative, secondo linguaggi propri delle nuove generazioni.
Per la realizzazione dei contenuti, Framevision si avvale della collaborazione di autori, scienziati e figure di spicco, veri protagonisti della cultura e della ricerca, cui sono stati affiancati noti divulgatori, creativi, youtuber, influencer, storyteller, innovatori e comunicatori. Il tutto con il sostegno di università e centri di ricerca all’avanguardia. La piattaforma offrirà molteplici possibilità di approccio e di interfaccia, così da consentire una fruizione personalizzata.
«Il nostro progetto è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ai quali proponiamo contenuti di studio rigorosi, adottando però una modalità di esposizione fresca e divertente, in modo che i ragazzi si sentano emotivamente coinvolti», ha proseguito Mila Valsecchi.
«Se qualcuno aveva ancora dubbi sul fatto che coinvolgere sia la strategia vincente per aiutare gli studenti ad affrontare un tema, un’opera, un percorso anche difficoltoso, con il nostro progetto abbiamo dimostrato che non c’è percorso più semplice da attivare.
Pensiamo alle generazioni dei nativi digitali, che hanno sicuramente imparato a usare il touchpad del computer prima di sapersi allacciare le scarpe.
Abituati a interagire con i media, sollecitati su differenti dimensioni, imparano più sovente da un video che da un libro cartonato. Per cui non possiamo pensare che ragazzi che vivono questi stimoli in maniera così forte, così intensa, non seguano anche un diverso processo di apprendimento. Perché il loro cervello è diverso.»
Il cervello è un organo plastico in continua evoluzione fino quasi ai trent’anni, l’età in cui cominciamo ad essere responsabili e consapevoli. Questa plasticità ha fatto sì che le nuove generazioni siano molto diverse da quelle dal passato: hanno un cervello che si attiva immediatamente su più funzioni, quindi sono generalmente multitasking. Per contro hanno una capacità di attenzione piuttosto bassa.
«Occorre insegnare ai ragazzi a vivere con curiosità. Dobbiamo motivarli ad attivare la capacità di immaginare autonomamente, capacità che risulta essere carente rispetto al passato. E l’essere protagonisti in quello che immaginano è parte fondamentale nel processo di apprendimento che occorre aiutarli a sviluppare. I ragazzi devono imparare a vivere la propria avventura da protagonisti.»
Come far sentire i ragazzi protagonisti
«È necessario parlare ai ragazzi con il loro linguaggio, inserendo l’insegnamento in un contesto in cui si riconoscono. E poi trasformare un argomento che per i ragazzi è molto complicato o particolarmente noioso in un’esperienza divertente, emozionante. In questo modo si può anche studiare e imparare una materia difficile come la matematica. Dico difficile perché la matematica è un po’ la bestia nera degli studenti italiani che incontrano sovente difficoltà nei test Invalsi. Eppure è una materia che si può imparare in un modo diverso, divertendosi. Ad esempio, uno dei docenti che collaborano alla realizzazione dei nostri video è Lorenzo Baglioni, un matematico laureato alla Normale di Pisa, ma che è anche cantante e cabarettista. Abbiamo messo insieme queste sue competenze per parlare ai ragazzi con il loro linguaggio.
Insomma, attraverso la nostra piattaforma intendiamo realizzare un’idea di apprendimento basato su una conoscenza rigorosa, ma proposta in un modo diverso, innovativo. Perché imparare può anche essere un’esperienza emozionante e divertente. A partire dal 2024 la piattaforma streaming sarà quindi accessibile su smart TV, su smartphone e su PC, come una sorta di Netflix dell’educazione.»